Stilnovismo
Alla fine del XIII secolo si configurò la fondamentale esperienza poetica di un gruppo di giovani poeti, perlopiů fiorentini, che, riprendendo la lezione del bolognese Guido Guinizelli, elaborarono un nuovo stile, il Dolce stil novo o stilnovismo, per reinterpretare la tematica amorosa cortese in chiave scientifica e filosofica, arricchendone le tematiche con l’indagine psicologica, nell’ambito culturale e sociale del mondo cittadino comunale e, con una sensibilitĂ linguistica piů musicale e coerentemente tenuta sul registro del piano e del "dolce".Iniziatore e teorizzatore del nuovo stile fu il poeta bolognese Guido Guinizelli (1230 – 1276), che nella canzone “Al cor gentil rempaira sempre amore” definì i canoni della nuova scuola. Guinizelli riprende la tradizione provenzale, mediata da quella siciliana, ma approfondendo l’indagine psicologica. Nella borghese etĂ dei Comuni, si afferma il concetto della nobiltĂ come dote spirituale piuttosto che come fatto ereditario, quindi la nobiltĂ ("gentilezza") d'animo č anche capacitĂ di amare, inoltre, Guinizelli propone l'immagine della donna come angelo, ossia come mediante tra Dio e l’uomo. L’amore per la donna angelicata redime ed eleva l'anima dell'amante e lo guida lontano dal peccato, sulla via della redenzione, verso la beatitudine celeste. Tali concetti furono approfonditi sia dal punto di vista filosofico sia da quello psicologico e furono vagliati attentamente gli effetti di Amore sull'anima dell'innamorato. Il Dolce stil novo mirò a una poesia concettualmente e formalmente rigorosa. Nella poesia stilnovista č presente un genuino interesse sentimentale, una cultura viva e concreta ed una raffinata eleganza linguistica ed espressiva. Sul piano dei contenuti, trascende il dato biografico e concreto dell'esperienza amorosa per farne esperienza spirituale e morale, mezzo per raggiungere la virtů, mentre sul piano della forma, si propone di utilizzare un linguaggio "dolce", privo di asprezze tanto negli effetti fonici quanto nelle immagini ed adeguato all'altezza dei contenuti espressi.
I maggiori esponenti dello stilnovismo fiorentino furono Guido Cavalcanti e Dante Alighieri, che in alcune rime giovanili e nella Vita nuova approfondì l'analisi psicologica del sentimento amoroso e accentuò il tema della virtů salvifica della donna. Dante nella Vita nuova narra la sua vicenda ideale d'amore (costruita secondo le tappe dell'amore mistico verso Dio) e usa una raffinatissima prosa d'arte quale connettivo delle liriche del testo. Cino da Pistoia concluse l’esperienza stilnovistica. In Toscana, a fianco dell'esperienza stilnovistica, si sviluppò un altro filone poetico, di tipo comico - realistico (ossia con un registro espressivo non elevato) e destinato a un pubblico piů ampio. Si distinsero il senese Cecco Angiolieri e Folgòre da San Gimignano. Il Dolce stil novo fu ripreso e rielaborato da Petrarca nel Canzoniere, che fu il modello prioritario della tradizione lirica italiana ed europea fino al XVII secolo.